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Dalla Toscana alla Sardegna, ecco la linea “Le Anfore di Elena Casadei”

di:
Pietro Perlino
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copertina elena casadei

In anfore georgiane e toscane vengono vinificate le migliori uve provenienti da Castello del Trebbio, Tenuta Casadei e Olinas grazie al meticoloso lavoro di Elena Casadei


"Le Anfore" di Elena Casadei

Entrare in contatto con Famiglia Casadei, vuol dire scoprire un approccio alla viticoltura di qualità ispirato ai principi del metodo Biointegrale®. Questo concetto etico di agricoltura, che tutela la biodiversità e il benessere della natura, vede impegnati in prima linea Stefano Casadei, anima del progetto, assieme alla moglie Anna Baj Maccario a Castello del Trebbio, nelle terre del Chianti Rùfina, assieme a i Cline a Tenuta Casadei, in Alta Maremma, e in Sardegna, nelle terre del Sarcidano assieme a Famiglia Olianas a Tenuta Olianas.




Questa tre realtà agricole differenti, con altrettanti disegni enologici, sono accomunate dalle pratiche agronomiche di questo decalogo che Stefano ha definito assieme ad un comitato tecnico e all’Università di Firenze, basato su principi di sostenibilità autentica per produrre in totale armonia con la natura circostante a tutela delle generazioni future. Oltre al Biontegrale®, l’altro filo conduttore che lega questa tre tenute è la Collezione “Le Anfore di Elena Casadei”, una linea che comprende sette etichette, completamente vinificate e affinate in anfora.


È Elena Casadei, figlia di Stefano, che segue e firma personalmente questo progetto, selezionando le migliori uve di alcune varietà (Sangiovese e Trebbiano al Castello del Trebbio, Syrah, Ansonica e Moscato a Tenuta Casadei, Cannonau, Nasco, Malvasia e Semidano a Olianas) e supervisionando personalmente tutte le fasi di produzione.


Ci spiega Stefano Casadei: “L’anfora è uno strumento molto interessante, per me è uno strumento di lavoro, ma per mia figlia è uno strumento di vita. L'anfora aiuta a esaltare il territorio di provenienza e trovo entusiasmante che un grappolo d'uva, frutto della terra, poi si trasformi in vino in un'anfora immersa nel terreno stesso. È un dettaglio che mi intriga molto. L’anfora è anche un’ottima cassa di risonanza: se poni all’interno della buona materia prima, esalta il buono, se metti uve non perfette esalta l'imperfezione. È quindi uno strumento che ti sprona a lavorare sempre con molta attenzione”.


La passione e il desiderio di puntare sui vini in anfora è grande, e lo testimonia il fatto che il 30% dei vini delle aziende di Famiglia Casadei effettui un passaggio in anfora. Stefano Casadei scoprì questo antichissimo modo di conservare il vino nel 2007 in Azerbaijan, nelle montagne del Caucaso. Da lì negli anni questo strumento è stato sperimentato nelle cantine di famiglia. Le anfore utilizzate ora nelle aziende sono interrate a circa 2-3 di profondità e sono di due differenti tipologie: quelle georgiane, aperte come un tino, e quelle toscane, che invece utilizzano un sigillo per la loro chiusura.



Tra le novità presentate a Vinitaly, anche i due nuovi Cannonau di Sardegna, Su Craru e S’Iscuru, che si inseriscono all’interno di un progetto denominato “Sa Terra Nosta”, e nascono da uno studio di zonazione dei vigneti presenti a Olianas iniziato diversi anni fa, con l’obiettivo di conoscere scientificamente le caratteristiche pedologiche dei terreni, dalle sue origini geologiche fino alle caratteristiche chimico fisiche attuali dei suoli.


Abbiamo identificato una zona con terreno calcareo sabbioso e calcareo argilloso, e un’area con terreno vulcanico, dalle quali abbiamo selezionato le migliori uve di Cannonau, che fermentano e affinano nelle anfore in ceramica, e infine compiono un ulteriore affinamento nelle bottiglie. La creazione di questi due nuovi vini - spiega Stefano Casadei - rappresenta la realizzazione di un mio vecchio sogno nel cassetto: dare vita a dei vini che definirei didattici, perché consentono di comprendere perfettamente come la materia terra, nel suo insieme chimico, fisico e microbiologico, porti ad una chiara e franca diversificazione del prodotto finale, valorizzando in questo modo il territorio di provenienza”. 


La linea “Le Anfore di Elena Casadei” non potrebbe però esistere senza le tre aziende agricole di Famiglia Casadei, tra le quali la Tenuta del Castello del Trebbio, tra le verdi colline del Chianti Rùfina, a Pontassieve, nonché prima proprietà di famiglia acquistata dal padre di Anna Baj Macario. “E’ il nostro quartier generale che si estende per 350 ettari, di cui 60 vitati, dove produciamo principalmente Sangiovese con la denominazione Chianti Rùfina racconta Stefano Casadei. “Il Chianti Rùfina DOCG Riserva, Lastricato è il vino più rappresentativo. Presenta al naso marasca e piccoli frutti rossi in confettura, viola macerata e un tocco di spezie dolci. In bocca risulta caldo, avvolgente, persistente, sorretto da una fitta trama tannica e ottima freschezza”.

Chianti Rùfina DOCG Riserva, Lastricato di Castello del Trebbio



Rimanendo in Toscana, Tenuta Casadei è il progetto più recente e quello votato all’internazionalità, a partire dalla nazionalità dei soci coinvolti. Accanto alla famiglia Casadei, infatti, la proprietà comprende anche i Cline, imprenditori vinicoli della Sonoma Valley. L’obiettivo è quello di produrre vini di stampo internazionale in un luogo, Suvereto in Alta Maremma, che ha le caratteristiche geologiche e climatiche favorevoli per realizzarlo. “Oggi la Tenuta si estende su 16 ettari di cui 13 vitati a Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Petit Verdot, Merlot, Grenache, Mourvèdre, Syrah, Viognier e Moscato. Qui lavoriamo ogni giorno con un focus dedicato al Cabernet Franc - come con la nostra etichetta Filare 18 - che puntiamo a rendere competitivo con i migliori al mondo” aggiunge Stefano Casadei.


Possediamo inoltre un’altra azienda, Olianas, in Sardegna a Gergei, area dove la natura è incontaminata e la vigna ha sempre fatto parte di un paesaggio ricco di varietà autoctone. Lavoriamo con vitigni autoctoni sardi come il Cannonau, Vermentino, Tintillu, Nasco, Bovale e Carignano. Il focus è però sui prodotti con il Cannonau, come il Rosato IGT Isola dei Nuraghi - 80% Cannonau e 20% Vermentino - o il DOC Cannonau Riserva, vino dal lungo invecchiamento” ci spiega Stefano Casadei.


Quali sono i progetti futuri di Famiglia Casadei? “Il prossimo anno usciremo con un Vermentino DOCG di Gallura dove abbiamo acquisito un appezzamento vitato, mentre in Casentino stiamo sviluppando questo nuovo progetto dove stiamo lavorando ad un Pinot Nero e ad uno Chardonnay che presenteremo il prossimo anno” conclude Stefano Casadei.


Wine Reporter

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